Leone Contini è nato Firenze e vive a Carmignano (Prato).
Ha studiato filosofia e antropologia culturale all’Università di Siena. La sua ricerca si colloca lungo il margine di contatto tra arte e lavoro etnografico. Le sue pratiche includono narrazioni testuali e audio-visuali, installazioni, lecture-performances, interventi laboratoriali e azioni collettive.
Negli ultimi anni ha tenuto mostre o realizzato interventi presso: Vzigalica, Ljubljana; MADRE, Napoli; Pearl Art Museum, Shanghai; Kër Thiossane, Dakar; Maxxi, Roma; SAVVY, Berlino; HKW, Berlino; PAV, Torino; IAC, Lyon; Manifesta 12, Palermo; Fondazione Sandretto, Torino; Quadriennale, Roma; Fondazione Pistoletto, Biella; Mart, Rovereto; Delfina Foundation, Londra; Kunstraum, Monaco; Khoj, Nuova Delhi; Galleria Civica, Trento; Kunstverein Amsterdam; Museo Pecci, Prato; Villa Romana, Firenze. Nel 2018-2019 è stato borsista presso la Akademie Schloss Solitude di Stoccardat. Nel 2017 un suo progetto vince la seconda edizione dell’Italian Council e una sua opera viene acquisita dal Mudec di Milano. Nel 2017 ha collaborato con TRACES – Transmitting Contentious Cultural Heritages with the Arts.
Sito web: https://leonecontini.com/
“un normalissimo campo abbandonato”: sembra la nostra società.
perché i campi vennero confiscati? ed ora questo campo come verrà usato?