Visto l’interesse riscosso dal post sulla storia della ristorazione cinese, apro una rubrica sugli scorci di vita vista dall’interno di un ristorante cinese.
La Muraglia di Milano, un pezzo di storia meneghina
Mia nonna Chen Yuhua negli anni ‘70 pensò di cambiare mestiere e di chiudere il suo laboratorio di pelletteria a Bologna e aprire un ristorante cinese a Milano.
La decisione non era facile e ricordo i suoi dubbi: sarebbe stato infatti il quarto ristorante cinese di Milano. Forse l’offerta di cucina cinese era già satura? Questa era la domanda che tormentava i miei nonni, che all’epoca avevano già passato i cinquanta anni e quindi già erano nell’età in cui i cinesi si considerano troppo vecchi per intraprendere nuove avventure imprenditoriali.
Sciolte le ultime riserve, in Porta Venezia aprì quindi uno dei primi ristoranti cinesi di Milano, la Muraglia, che divenne un punto di riferimento sia per le delegazioni cinesi di passaggio nella città meneghina che per artisti di vario genere.
Mio nonno teneva un libro degli ospiti illustri, che vengono ricordati anche nella sua autobiografia e che riportano, per esempio, la foto di Zhao Ziyang, primo ministro cinese dal 1980 al 1987, e di Zhu Rongji che lo sarebbe diventato nel 1998.
Il ristorante aveva anche un bel giardino, coperto da glicini che mio nonno, nell’intervallo tra il pranzo e la cena, accudiva garantendo che nella tarda primavera i suoi fiori rendessero più bella l’atmosfera e, in estate, le sue foglie offrissero riparo dalla calura.
Nelle altre stagioni, quando non c’era il servizio all’aperto, trovava spazio un altro tavolo, quello da ping pong, su cui si giocavano sfide all’ultima palla.
L’amore per il ping pong portò mio zio Luigi Sun a sponsorizzare una squadra di ping pong che giocò nella massima divisione italiana
Su quel tavolo ci giocò anche Ding Yi, un top player mondiale che, per motivi politici, non riuscì a entrare nella nazione olimpica cinese, optando quindi per quella austriaca, con cui raggiunse il quinto posto alle Olimpiadi.
Col duro lavoro della famiglia Sun il ristorante ebbe una buona fama, tanto da essere menzionato nella guida Michelin e il locale era frequentato da molti personaggi dello spettacolo che apprezzavano la cucina cinese.
Per esempio i vari componenti dei Pooh erano dei clienti affezionati.
E, nei periodi delle sfilate di moda, molte erano le modelle che venivano a mangiare, anche se le ferree diete a cui erano sottoposte rendevano le loro cene molto striminzite, con giusto degli assaggi di verdure, talvolta lasciando pure degli avanzi, cosa che rendeva assai perplessi i cuochi.
Marco Wong è nato a Bologna, da una famiglia originaria della Cina. I nonni materni erano emigrati sul finire degli anni cinquanta in Europa, aprendo un laboratorio di pelletteria.
Scrittore e ingegnere.
Attualmente vive a Roma ed è presidente onorario di Associna (Associazione dei cinesi di seconda generazione). Dal 2019 è consigliere comunale a Prato.
Facebook: https://www.facebook.com/marcowongitaly
Ma c’era così tanto spazio da poter giocare a ping pong? E poi sono curioso.. Che tipi di piatti facevano?
sì, il giardino era molto grande, ci stavano circa duecento posti a sedere. La cucina era quella che poi si sarebbe diffusa nei ristoranti negli anni ’80 e che allora era un ventata di novità