#Apparizionimagghine #MaggieCheung
Due mesi fa a Hong Kong ha avuto luogo un rito sciamanico.
Segnatevi il posto:
THY LAB
(是深水埗唯一放映空間。以創意影像結合社會研究)
e cioè “l’unico spazio di proiezione in Sham Shui Po, che combini immagini creative e ricerca sociale”),
e pure l’indirizzo, che non guasta mai, così vi lustrate gli occhi su Google Street:
,135, Yu Chau Street, Hong Kong, Hong Kong
È un cinemino (che a Hong Kong resiste mentre a Milano chiudono…). L’unico cinemino in un vicolo laterale di un quartiere non centrale. Diciamo il Quartoggiaro di Hong Kong. Scampia dell’Arcipelago. Però è un cinemino prezioso, con carattere. C’ha un’aura. Il ragazzo si farà, anche se ha le scarpe strette: i sedili se li sono fatti arrivare via cargo da un altro cinemino storico – questa volta di Roma – l’Azzurro Scipioni, di Silvano Agosti (che del film d’esordio di Marco Bellocchio, I pugni in tasca, fu praticamente il co-autore, essendone stato sceneggiatore, montatore e compositore assieme ad Ennio Morricone). Insomma un piccolo ma grande presidio culturale. Un fortino.
La perseveranza di un cineasta ha generato un miracolo, e dio solo sa di quanto ne abbiamo bisogno per il 2023.
Scimmiottando le apparizioni mariane, il Thy Lab di Alberto Gerosa, regista italiano trapiantato a HK, ha lanciato l’idea delle Apparizioni Magghiane – cioè un rito sciamanico per far apparire quella dea che è Maggie Cheung.
Se vi state chiedendo chi è Maggie Cheung, beh…Maggie Cheung è una star totale.
Do you believe in Maggie?
La Cheung ha avuto un enorme impatto sulla cultura visiva durante la sua lunghissima carriera: una Madonna contemporanea della femminilità.
Nata a Hong Kong da genitori di Shanghai, fu notata a un concorso di bellezza negli anni ’80, e subito catapultata sul grande schermo per il sistema degli studi di Hong Kong in alcuni dei migliori film in lingua cinese. Ha raggiunto la fama internazionale recitando in “Irma Vep” e “Clean”, per i quali è diventata la prima attrice asiatica a vincere un premio a Cannes.
Ma ve la ricordate sicuramente come la protagonista di In the mood for love di Wong Kar-wai (cioè 王家衛, Wáng Jiāwèi).
L’idea era semplice: proiettiamo tutti i film di Maggie Cheung in un cinemino-tempio: magari lei, evocata da tanta adorazione, e NON invitata, si paleserà come spettatrice.
Ebbene sono successi ben DUE Miracoli.
Il primo. L’arcivescovo di Hong Kong ha equivocato il post con cui il Thy lab lanciava il rosario di proiezioni, ha pensato si parlasse di un’apparizione mariana…e ha contattato il cinema, per certificare il miracolo. Difatti il post del Thy Lab ammoniva:
SHOULD A MAGGIAN APPARITION OCCUR DURING SCREENINGS, THY LAB WILL IMMEDIATELY INFORM THE RELEVANT BISHOP, ASKING FOR THE VISION TO BE RECOGNISED AS A GENUINE MAGGIAN APPARITION. IN THE CASE OF A BISHOP REFUSAL, THE MATTER WILL BE BROUGHT TO THE HOLY SEE.
E puntuale, Stephen Chow ha scritto. Ipse scripsit.
Bishop Stephen Chow, S.J., acknowledges receipt of your email of yesterday. He has directed me to reply on his behalf.
Before we give you a more precise reply to your enquiry, we need some further background information from you, as follows:
1. Are you a practising Catholic? Which church do you frequent to attend Sunday Mass?
2. Who is the lady you mentioned in your email? Is it Our Lady or someone else? 3. Why do you hope to see “her”? 4. Did that Lady ask you to do something for her apart from uttering “apparition” on “appearing” to you?
Sincerely yours in Christ,
Rev. Lawrence Lee
Il secondo miracolo. Lei è apparsa.
For your eyes only, for NAO only,
signori e signore,
Maggie Cheung.

Presente. Struccata. Down-to-earth. Umile. La dea di cui abbiamo bisogno.
Attenzione: questa foto NON è mai stata pubblicata ed è un regalo di NAO per i suoi followers.
Grazie agli sciamani di Hong Kong!
P.S.: Volete provare a ricreare il rito, nella speranza che Maggie si palesi anche a casa vostra? NAO ha la ricetta per voi. è sufficiente spararsi in binge watching (la cosa prende circa 8 giorni, e tutto sommato questo è il periodo giusto dell’anno per farlo):
“Police Story” (Jackie Chan, 1985, 94 mins)
“Happy Ghost III” (Johnnie To, 1986, 89 mins)
“As Tears Go By” (Wong Kar-wai, 1988, 102 mins)
“Police Story 2” (Jackie Chan, 1988, 101 mins)
“Days of Being Wild” (Wong Kar-wai, 1990, 94 mins)
“Song Of The Exile” (Ann Hui, 1990, 96 mins)
“Farewell China” (Clara Law, 1990, 114 mins)
“Red Dust” (Ho Yim, 1990, 94 mins)
“Center Stage” (Stanley Kwan, 1991, 126 mins)
“New Dragon Gate Inn” (Raymond Lee, Tsui Hark, Ching Siu-tung, 1992, 115 mins)
“The Heroic Trio” (Johnnie To, 1993, 88 mins)
“Green Snake” (Tsui Hark, 1993, 99 mins)
“Irma Vep” (Olivier Assayas, 1996, )
“Ashes of Time Redux” (Wong Kar-wai, 1994/2008, 93 mins)
“Comrades: Almost a Love Story” (Peter Chan, 1996, 118 mins)
“Irma Vep” (Olivier Assayas, 1996, 99 mins)
“The Iceman Cometh” (Clarence Fok, 1999, 114 mins)
“Hero” (Zhang Yimou, 2002, 99 mins)
“Clean ”(Olivier Assayas, 2004, 90 mins)
Sergio Basso è un regista cinematografico, teatrale, e sceneggiatore anche di videogiochi. È stato assistente alla regia e dialoghista di Gianni Amelio sul set del film La stella che non c’è.
I suoi film – tra cui Amori elementari (2014), Dimmi chi sono (2020) – sono stati premiati ai più importanti festival internazionali: Locarno, Annecy, Nyon, Beijing, Torino, Mosca, Rio de Janeiro, Toronto.
Scrive serie televisive (Marta&Eva e POV2) e per La lettura de Il Corriere della Sera.
Si è dedicato allo sviluppo di diverse piattaforme crossmediali con Il Corriere della Sera e alla sperimentazione nel campo dell’animazione, vincendo il Festival d’Annecy, l’Oscar europeo dell’animazione.
Nel 2014 e nel 2016 e nel è stato chiamato in Cina per girare documentari in cinese per il prime time della tv di stato cinese, CCTV 6, con cui ha vinto il China Award 2016.
Ha lavorato per la società 101 Percento nel team degli scrittori del videogioco Aftermath, in uscita nel 2022 per PlayStation 4.
È membro dell’Association Internationale des Études Byzantines; dell’AISB; dell’European Academy of Religion; del Multiculturalism, Race & Ethnicity in Classics Consortium (MRECC); dell’Organization on Chinese Oral and Performing Literature (CHINOPERL,中國演唱文藝研究會). È coordinatore della sezione di ricerca “Minoranze e arti performative” presso il CERM – Università dell’Insubria.
Ha vissuto, proseguendo gli studi accademici in Arte Orientale; si è laureato all’Università di Venezia, Dipartimento di Lingue Orientali (1999); all’Università di Milano, in Lettere Classiche (2011).
È membro dell’European Documentary Network.
È International Consultant – Communication Strategy Expert dell’OSCE.
Tra gli altri, ha collaborato con ONU, NOKIA, SONY, RAI & RAICinema, TELECOM Italia, Save the Children, Oxford University, Università La Sapienza – Roma, “Il Corriere della Sera”, la casa editrice IlSole24ore, la casa editrice SKIRA, l’Istituto dei Beni Culturali dell’Emilia Romagna, l’Università degli Studi di Milano, il Museo MAAXI di Roma.
Fantastico Sergio!!!
Bello, Sergio! Che voglia di Hong Kong … e di mood for love.