Riflessioni sparse dal/sul capodanno lunare cinese

Giardini di Piazza Vittorio, Festival delle Lanterne

Con la tradizionale sfilata dei dragoni e dei leoni a Prato si sono conclusi i festeggiamenti del Capodanno Lunare della collettività cinese in Italia.

E con queste celebazioni si è finalmente tornati a una situazione di normalità, visto che questo appuntamento era stato sospeso per la pandemia.

Ho avuto modo di vedere i diversi approcci alla festa nelle città dove è maggiore la presenza cinese e cioè Milano, che ha aperto i festeggiamenti, poi Roma, dove si sono tenuti il 5/2 e poi Prato con una doppia data, l’11/2 nella zona industriale di Tavola e il 12/2 con un corteo che è passato per la Chinatown pratese per poi concludersi in Piazza del Comune.

Ognuno di questi festeggiamenti ha portato riflessioni diverse e diluite in un arco temporale abbastanza lungo e vale la pena ricordarle,

Ripresa e preoccupazione

A Milano ci sono stati i primi festeggiamenti del Capodanno Lunare e questi si sono tenuti con ancora vivo l’eco dei controlli Covid sui passeggeri provenienti dalla Cina.

Un provvedimento di molta propaganda e poca sostanza, visti i numeri molto esigui di controlli e soprattutto perché la maggior parte dei voli dalla Cina verso l’Italia non sono diretti, ma passano da altri scali europei.

Festeggiamenti che comunque celebravano il ritorno a una normalità tanto attesa, con la ripresa dei viaggi, della possibilità di incontrarsi finalmente dal vivo e anche di festeggiare il capodanno secondo la tradizione.

Capodanno Lunare o Capodanno Cinese?

In un post su Facebook avevo usato la definizione “Capodanno Lunare”. Un sino-italiano si è sentito in dovere di fare due correzioni.

La prima, che non si tratta di un puro calendario lunare ma bensì un lunisolare, la seconda osservazione è che lui preferisce chiamarlo Capodanno Cinese.

La mia argomentazione è che innanzitutto è una festività celebrata non solo in Cina, ma anche in altri paesi asiatici. La seconda è che è festeggiata da cinesi all’estero, ma diventa un patrimonio non solo dei cinesi ma un po’ di tutti.

Per cui i dragoni romani erano manovrati da italiani, bengalesi e tanti altri cittadini delle più svariate origini.

E, nel corteo pratese, avevano trovato posto gli sbandieratori storici che mantengono in vita una tradizione medievale italiana, e ballerini di hip hop, che non hanno una identità ben definita.

E, inoltre, l’origine del capodanno lunare deriva da una leggenda buddista, che non era un culto propriamente cinese ma venuto dall’India.

Mi è sembrato però interessante questo punto di vista, per cui si sente come un indebolimento della propria identità se una festa si apre anche agli apporti di altri e diventa una festa di tutti.

E questo si può riscontrare anche nei commenti sulle pagine Facebook dei pratesi di origine più autoctona, che si sentono in dovere di sminuire l’evento perché di origine straniera.

Capodanno a Piazza Vittorio, Chinatown o AsiaTown?

I festeggiamenti del Capodanno a Roma si sono tenuti nei giardini di Piazza Vittorio, in coincidenza con il festival delle Lanterne.

Si tratta di un ritorno perché anche a Roma i festeggiamenti non si erano tenuti negli ultimi anni a causa della pandemia, ma anche della conferma di questo luogo rispetto a Piazza del Popolo, considerata più prestigiosa e più adatta per delle ricorrenze nei rapporti Italia Cina, ma meno interessata dalla presenza di attività di piccola imprenditoria di cittadini provenienti dal paese di mezzo.

Quando cominciarono i primi insediamenti di attività commerciali cinesi, le amministrazioni comunali cercarono di evitare, con varie restrizioni,che il quartiere diventasse una Chinatown col risultato che questo diventò un’area con prevalente presenza cinese, ma anche di bengalesi, indiani e pachistani.

Gli anni del Covid hanno messo a dura prova alcune attività di imprenditori cinesi che hanno chiuso e, in alcuni casi, le insegne con i caratteri sono state rilevate da bengalesi.

Quale sarà il futuro di Piazza Vittorio? Nessuno ha la sfera di cristallo ed è quindi difficile pevedere se l’impronta cinese è destinata a rimanere o se sarà sostituita da quella di altre etnie.

Se il futuro è una incognita, ci godiamo comunque il ritorno di un bellissimo allestimento che ha colorato con tante lanterne rosse l’ingresso dei giardini di Piazza Vittorio, luogo di incontro di un quartiere veramente multietnico.

Capodanno pratese di nascita e rinascita

Il Capodanno Lunare a Prato ha delle caratteristiche che lo differenziano da quelli di Milano e Roma, intanto perché si svolge nell’arco di due giornate, omaggiando il primo giorno le fabbriche e showroom dell’area industriale e, nel secondo giorno, sfilando dal tempio buddista Pu Hua Si lungo le vie della Chinatown pratese per poi giungere nella Piazza del Comune, nel centro storico della città.

Le strade sono state riempite di una folla festante lungo tutto il percorso che ha idealmente inaugurato le strutture fatte con i lavori di riqualificazione dell’area.

Infatti la sfilata è passata dalla Media Library che verrà inaugurata prossimamente, dal nuovo mercato coperto i cui lavori sono da poco terminati per passare dal nuovo playground, che è già diventato un luogo di aggregazione dei giovani col suo skate park, campi di calcetto e area fitness.

L’organizzazione del tempio buddista ha anche voluto inserire degli elementi della tradizione italiana, con la presenza degli sbandieratori di Montemurlo, dando la possibilità al pubblico di vedere i costumi della tradizione millenaria cinese e italiana.

Questa festività coincide con la riapertura del tempio buddista che era rimasto chiuso durante gli anni di pandemia.

E il gran numero di italiani che hanno animato i vari locali della Chinatown anche dopo la fine della sfilata testimonia la nascita di una nuova vocazione del quartiere

Piazza Vittorio, Roma
Piazza del Comune, Prato
Via Pistoiese, Prato
Via Filzi, Prato
Tempio Pu Hua Si, Prato
Piazza Vittorio, Roma
Piazza Vittorio, Roma
Piazza Vittorio, Roma
Piazza Vittorio, Roma

2 commenti su “Riflessioni sparse dal/sul capodanno lunare cinese”

  1. grazie Marco, mi piace molto la carrellata sul capodanno lunare in tre citta’ e le foto sono davvero belle!
    Tanto per giocare sui nomi: com’e’ che il drago e’ diventato ‘dragone’ e che (quasi) tutti si sono abituati a ignorare la parola italiana – che c’era, che funzionava, a cui non mancava niente- per prendere una parola inglese che non offre niente di piu’?

    1. non so bene il perché di questa evoluzione, forse perché dragone rende l’idea di una dimensione più grande?
      Giocando sulle parole, un evento che avevo co-organizzato l’anno scorso lo avevamo chiamato drag-on night chiamando una drag queen cinese

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