Le parole mi hanno sempre affascinata. Se poi sono in una lingua straniera, ancora di piu’.
Un neologismo che sta spopolando su internet in Cina (secondo China Digital Times) ha attratto la mia attenzione: ‘人矿 rén kuàng’ che in inglese e’ stato tradotto con “humineral’. Potete trovarlo in inglese qui:
- https://u.osu.edu/mclc/2023/02/14/huminerals/#more-44830
- oppure in cinese qui: https://chinadigitaltimes.net/chinese/691612.html
Come lo traduciamo in italiano? Prima di decidere, vediamo cosa significa. E’ un composto formato da miniera + persona (in cinese persona + miniera, come in inglese, perche’ quelle sono lingue con la testa la destra, ma non vuol dire niente, alla fin fine).
La miniera e’ un posto dove andiamo e prendiamo quello che ci serve: oro e diamanti ma anche litio e tantalite (senza i quali i nostri telefonini non funzionerebbero). Li prendiamo e basta: alla miniera, alla terra, non dobbiamo niente in cambio. Ecco, l’idea del neologismo e’ quella di parlarci di persone che sono delle miniere da cui si prende a man bassa per poi abbandonarle quando non rimane piu’ nulla.
Ci sono anche le miniere a cielo aperto, le cosiddette galamsey, in Ghana, dove migliaia di cercatori d’oro cinesi, e gli africani che lavorano per loro, estraggono l’oro non da miniere ma dal terreno (in quantita’ decisamente minore rispetto alle miniere vere e proprie). E lasciano un terreno devastato e le acque cosi’ inquinate che il Ghana e’ da anni sull’orlo di una crisi idrica che, ci dicono gli studiosi, rischia di obbligare il paese a diventare importatore sistematico di acqua potabile. Anche galamsey e’ una parola interessante perche’ nasce da, e significa: ‘gather them and sell’. Non ti preoccupare del resto, afferra e vendi!
Quindi 人矿 rén kuàng’, “huminerals’ sono le persone che, come le miniere, sono da sfruttare e poi buttare.
Insomma, gli operai nel capitalismo, giusto?
Pero’, leggendo la periodizzazione sulla vita del tipico ‘人矿 rén kuàng’ ho il sospetto che non si tratti solo di operai ma che il termine si riferisca a fasce molto piu’ ampie della popolazione: il primo stadio e’ quello dell’educazione, da giovanissimi; il secondo stadio e’ quello in cui la persona miniera viene sfruttata e consumata (ma parliamo di non piu’ di dieci-vent’anni, eh); lo stadio finale e’ quello in cui si viene buttati (e non stiamo parlando di pensionamento, si parla di persone che vengono espulse nel bel mezzo della vita adulta). Si puo’ applicare a molti, direi. Di sicuro includera’ le masse di lavoratori hi-tech licenziati dalle grandi imprese cinesi in ‘ristrutturazione’ (che parola interessante!). Mi dicevano che questi licenziati di trenta-quarant’anni spesso finivano a riparare telefonini perche’ le loro enormi competenze erano troppo specifiche; erano cosi’ specializzati da non servire piu’.
Forse chi ha inventato ‘人矿 rén kuàng’ non lo sapeva ma da alcuni anni si e’ affermato il termine ‘capitalismo estrattivo’ che sembra essere molto in sintonia con quello che il neologismo ‘人矿 rén kuàng’ suggerisce. Si tratta dell’estrazione di profitto dalle persone e dalla natura, lasciando dietro di se’ distruzione degli umani, ’terre morte e acque morte’. E’ un termine introdotto dalla famosissima accademica Saskia Sassen nel suo libro Espulsioni (e direi che anche ‘espulsioni’ risuona perfettamente con il termine ‘人矿 rén kuàng’).
Pare che la censura cinese non ami questo nuovo termine e che stia diligentemente facendo il suo lavoro. Pero’ i cinesi lo hanno inventato e usato lo stesso.
Perche’ non l’abbiamo inventato anche noi? Cos’e’ oggi il ‘lavoro povero’ in Italia (e in molta parte del mondo) se non un ammasso di miniere umane a disposizione di chi vuole e sa come sfruttarle, con la complicita’ delle leggi? A una miniera umana si puo’ chiedere di alzarsi alle quattro e mezza di mattina per un lavoro part-time e pagarla 600 euro LORDI al mese. A queste condizioni la miniera umana puo’ essere assunta anche per un intero anno; ma quella miniera come si paga un alloggio (non dico una casa) con meno di 400 euro al mese???????? E non sto inventando, sto parlando di una miniera umana che conosco personalmente.
Sul ‘lavoro povero’ puoi leggere il libro di Marta Fana “Non e’ lavoro, e’ sfruttamento”. E se hai facebook puoi vedere una sua lunga presentazione del libro.
Ah, gia’, la traduzione di ‘人矿 rén kuàng’… Persona miniera? Miniera umana? Persona usa e getta? Uminiera? Decidi tu.
insegna China in Africa e Sociology of Migration all’Università di Bologna. Ha tenuto il suo primo corso universitario su China in Africa all’Università di Vienna nel 2011, quando la comunità accademica internazionale e gli analisti nel mondo stavano appena iniziando a riflettere sulle implicazioni della crescente presenza cinese in Africa. Si occupa da decenni di migrazioni e di gruppi diasporici cinesi, con un focus in particolare sulle tematiche del lavoro, sulle interazioni con la Cina, e sul controllo diasporico digitale. È autrice del libro City Making and Global Labor Regimes. Chinese Immigrants and Italy’s Fast Fashion Industry (Palgrave-Macmillan, 2017).