Mia madre si è battezzata recentemente in una delle chiese evangeliche di Roma e questa per me è un’occasione per parlare della spiritualità e dei riti dei cinesi in Italia. Il grosso della migrazione cinese in Italia è avvenuta sul finire degli anni ’80 fino agli anni ’90 e i giovani che cercarono fortuna all’estero avevano vissuto in una Cina in cui i culti erano ancora abbastanza scoraggiati.
Questo ha fatto sì che, da un lato, ci si riconoscesse in un credo religioso soprattutto per tradizione e continuità con le generazioni precedenti, senza però avere avuto una vera educazione religiosa, perché pochi erano templi buddisti o chiese cristiane operativi. Le migrazioni in paesi esteri hanno quindi comportato maggiori opportunità anche dal punto di vista religioso, con la costituzione di templi e chiese cristiane, soprattutto evangeliche, che hanno avuto la funzione di coltivare la parte spirituale dei credenti che li frequentavano, ma che sono diventati dei luoghi di aggregazione dove si crea una comunità.
Per esempio, le chiese evangeliche offrono non solo funzioni religiose, ma organizzano anche eventi e corsi vari, che partono dalla musica, che gioca un ruolo importante per esempio nelle messe, che sono cantate, ad altri come l’insegnamento della lingua cinese, sport e altro, con un modello che è simile a quello della chiesa cattolica in Italia i cui oratori erano dei luoghi dove si costruiva un senso di comunità.
Il rapido cambiamento sociale, la maggior libertà religiosa, la mancanza di forti tradizioni religiose pregresse e la natura dei culti religiosi hanno fatto sì che i culti siano poco codificati.
Per esempio, alcuni dei templi buddisti cinesi in Italia fanno riferimento ad alcuni a Taiwan, le chiese evangeliche cinesi in Italia consentono ai vari pastori di determinare da soli alcuni rituali.
A questo fenomeno si aggiungono anche le mode, soprattutto nel rituale del matrimonio. Per questo tipo di rituale, per esempio, si aggiungono delle considerazioni di marketing. Negli anni ‘80, ‘90, inizi del 2000 un matrimonio era l’occasione di ricevere molti “hong bao” ovvero delle donazioni in soldi contenuti in una busta rossa che erano anche l’occasione per la giovane coppia di sposi per partire con una nuova attività imprenditoriale.
Con un progressivo, aumentato benessere all’interno della comunità cinese i costumi sono cambiati e in qualche caso la famiglia degli sposi si raccomanda di non fare regali di soldi, o comunque mostra il benessere raggiunto con una cerimonia molto sfarzosa, per dimostrare di non avere bisogno dei regali per permettere ai giovani sposi di cominciare una nuova vita.
E quindi elementi di riti tradizionali si mescolano con nuovi, in un miscuglio antropologicamente affascinante, con tanti cambi di vestito che vanno da quelli tradizionali in rosso ad abiti che sono invece omaggio alla tradizione occidentale. Gli officianti in tal caso sono i pastori della chiesa, ma molte altre volte sono intrattenitori e animatori scelti per la loro bella dizione, eleganza e parlantina.
Quindi, nel miscuglio di riti, non si capisce bene se l’inchino che l’officiante fa fare alla sposa nei confronti dei suoceri viene da un rito religioso, una tradizione cinese o è una invenzione del momento.
Ma sappiamo che il vino rosso offerto ai matrimoni cinesi, che ha soppiantato i liquori cinesi, è una tradizione dei cinesi in Italia, e pazienza se ci sono degli accostamenti arditi per cui si beve un Tignanello, un eccellente vino rosso, insieme a un piatto di aragosta.
Anche questa è una mescolanza di tradizioni, per cui il rosso è un colore porta fortuna, e pazienza se nessun cuoco o enologo suggerisce questo accostamento. Tornando a mia madre, non ho fatto con lei delle grandi chiacchierate sulla spiritualità o sulla teologia.
Mi dice che pregare Dio e Gesù la conforta, le persone che frequentano la chiesa la vanno a trovare per pregare insieme e questo la rallegra. E anche lo stare bene insieme è un bellissimo rituale.
Marco Wong è nato a Bologna, da una famiglia originaria della Cina. I nonni materni erano emigrati sul finire degli anni cinquanta in Europa, aprendo un laboratorio di pelletteria.
Scrittore e ingegnere.
Attualmente vive a Roma ed è presidente onorario di Associna (Associazione dei cinesi di seconda generazione). Dal 2019 è consigliere comunale a Prato.
Facebook: https://www.facebook.com/marcowongitaly