La serie Netflix “Il problema dei tre corpi”, pubblicizzato con una campagna molto creativa che ha fatto apparire enigmatica scritta “Siete degli insetti” nelle principali stazioni ferroviarie italiane, è tratta dall’omonimo romanzo di fantascienza di Liu Cixin.
Liu Cixin è un autore di grande successo, già vincitore di premi internazionali e che ha conosciuto una enorme popolarità grazie all’adattamento delle sue opere per il pubblico cinematografico e televisivo.
Suo infatti è il romanzo “The Wandering Earth” da cui fu tratto una delle pellicole di maggior successo in Cina, e anche l’adattamento televisivo de “Il problema dei tre corpi” ha avuto grandissimo successo in Cina, nella versione cinese distribuita da Tencent, e adesso con la versione internazionale di Netflix.
Al di là delle considerazioni sull’opera è interessante notare alcune tematiche che possono essere di particolare interesse per chi si occupa di Cina e della diaspora cinese all’estero.
La rivoluzione culturale
Il periodo oscuro della rivoluzione culturale è il punto di partenza della serie televisiva e tuttora rappresenta un argomento delicato, quasi tabù in Cina e quindi parlare delle violenze avvenute in quel periodo è un fatto sicuramente interessante.
L’autore è del 1963 ed è stato anche lui coinvolto direttamente, in quanto i cinesi avevano vissuto il trauma di essere assegnati a un lavoro in un’altra parte della Cina.
Nella serie, sia nella versione internazionale che in quella cinese, la rivoluzione culturale fa da sfondo storico all’inizio della vicenda che porta prima alla morte del padre di Ye Wenjie, vittima della violenza di guardie rosse, e poi al destino della stessa Ye Wenjie, che viene assegnata a lavorare in una base segreta in Cina, nella quale sarà la prima persona a ricevere il segnale di una civiltà aliena.
Le storture ideologiche del periodo compaiono nella storia, per esempio quando un quadro del partito si rifiuta di inviare un segnale al sole, perché questo rappresenta Mao e quindi tale azione sarebbe da considerare una mancanza di rispetto.
Il soft power cinese
Tra coloro che si occupano di Cina e di cultura cinese si discute spesso se la censura sulla produzione culturale, molto più forte in Cina che in altri paesi asiatici, non condizioni negativamente il soft power cinese.
La censura è in effetti una delle ragioni per cui, nella televisione e nel cinema cinese, una grande produzione venga ambientata in periodi passati della Cina.
Criticare il potere di una dinastia imperiale cinese lontana nel tempo, denunciare la corruzione di un sistema è più facile se questa riguarda un governante del passato.
Nel caso delle opere di fantascienza queste possono offrire una scappatoia analoga, ambientando nel futuro delle situazioni che si vogliono criticare.
In questo caso però Liu Cixin è stato criticato negli USA per portare un punto di vista allineato con quello governativo, tanto che alcuni esponenti del partito repubblicano statunitense hanno sollevato una polemica nei confronti di Netflix per la scelta di trasporre nella propria versione una opera di Liu Cixin.
Alcuni critici notano come alcuni temi scelti da Liu Cixin, come il governo mondiale in “The Wandering Earth” e che è accennato anche in “Il problema dei tre corpi”, siano allineati con alcune posizioni cinesi.
In realtà nelle varie interviste Liu cerca sempre di evitare gli argomenti più politici e quello che maggiormente colpisce nelle sue opere è più l’aspetto tecnologico, che riflette il suo background di ingegnere.
Il casting
Nell’adattamento Netflix quella che era una storia per lo più cinese diventa una storia internazionale, che va dalla Cina alla Gran Bretagna, mantenendo comunque una forte impronta cinese.
I personaggi cinesi sono interpretati da attori di origini cinesi, come Rosalind Chao nel ruolo di Ye Wenjie da adulta, Jess Hong nel ruolo dell’astrofisica Jin Cheng, Benedict Wong nel ruolo di Clarence Shi.
Se nelle produzioni americane attori asiatici hanno già avuto ruoli di personaggi principali, questo in altri mercati è più difficile, anche se qualcosa si sta muovendo anche in Italia, anche se ciò avviene più facilmente in produzioni internazionali.
Marco Wong è nato a Bologna, da una famiglia originaria della Cina. I nonni materni erano emigrati sul finire degli anni cinquanta in Europa, aprendo un laboratorio di pelletteria.
Scrittore e ingegnere.
Attualmente vive a Roma ed è presidente onorario di Associna (Associazione dei cinesi di seconda generazione). Dal 2019 è consigliere comunale a Prato.
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