Autocensura:come un servo del potere cinese in Italia, osa lanciarsi “come un uovo contro la pietra”

Ecco il mio primo video dedicato al tema dell’AUTOCENSURA dei cinesi d’ Italia, dei sinoitaliani, dei sinologi italiani e degli italiani che amano la Cina in generale, rispetto agli argomenti ritenuti “sensibili” dal governo cinese.

per vedere l’intero video, cliccare sul secondo link:

Mi è costato molto coraggio pubblicare questo video. Ringrazio gli altri 8 incoscienti del Naoblog e vi prego di commentare perché l’argomento è serio e richiede il coraggio di molti per sviscerarlo pienamente. Ed infine, speriamo un giorno, romperla per davvero quest’autocensura ( Shi Yang Shi, Milano 31 ottobre 2022)

12 commenti su “Autocensura:come un servo del potere cinese in Italia, osa lanciarsi “come un uovo contro la pietra””

  1. Caro Yang, mi dispiace, ma non opererò una autocensura con te per paura della tua reazione..Ho visto il video che conferma il tuo talento e fantasia come artista.

    Ma come opinionista socio/politico, o come vogliamo definirlo, non concordo con te.

    Una VERA FRITTATA di cose mescolate assieme , mescolate da paura e un po’ di presunzione.

    Si, anche Ego.

    Meloci con Xi Jinping e il fascismo proprio no, grazie!!
    Per me sbagli. Non dovresti mescolarli così.Sbagli e denoti poco approfondimento e faciloneria. frasi e concetti stereotipati e quindi poco utili.

    inoltre, come dicono in un bel articolo di questo blog, ( grazie per avermelo indicato), anche bravi sinologi possono sbagliare perché comunque non sono cinesi.

    Vale anche per te che secondo me non padroneggi davvero la recente storia italiana.

    Secondo me, come molti, sei vittima di quei coglioni della vecchia sinistra ( Non tutti !!!)

    Ho avuto una discussione con un mio coetaneo ultra sessantenne come me e facente parte della sinistra a Padova negli anni 70.

    I “Capi” mandavano le mie coetanee sedicenni nelle manifestazioni con le bottiglie molotov!!! La mia cara amica Manola è finita in prigione.

    Begli esempi di democrazia e libertà.Fuck them.

    Io ovviamente se pur puccola ho annusato la non sincerità e ho lasciato perdere.

    Altri miei cari amici per l ideologia hanno pagato caro.

    PER L IDEOLOGIA è stata sdoganata tanta insincerita‘ e un potere sfigato.

    La realtà purtroppo è molto molto complessa.

    Magari fosse facile dividere tra buoni e cattivi. Brutto vizio di noi umani.

    E di Ego si nutrono in molti, anche a sinistra.

    Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, lo scenario è difficile e preoccupante, e su questo non c’è dubbio.

    Ma davvero non azzardiamo e affrettiamo le conclusioni, qualunque sia la paura che ci spinge.

    Deng Xiaoping ha fatto la cosa giusta quando ha aspettato prima di rivelarsi apertamente, e dispiace dirlo, Anche Meloni ha avuto pazienza!!
    Impariamo a frenarci, il che non vuol certo dire disinteressarci o lasciar andare comunque vada.

    Ma adesso sei troppo affrettato.

    In fondo Meloni ha dato una opportunità, quella di una frattura che rimescola le carte e quindi i giochi. Ben venga, PROBLEMI UGUALE OPPORTUNITÀ

    Io credo che i veri democratici siano tanti e siano pronti a scendere in campo quando ce ne sarà bisogno.

    A quel punto IN CASO si vedrà davvero il coraggio, come per gli Ucraini!!
    Adesso in Italia manteniamo la calma e osserviamo bene e rispetto al Decupling Cina Usa sono molto molto spaventata ma anche qui vediamo cosa succede e ognuno faccia la sua parte per mantenere BUONE comunque le relazioni tra Cinesi e Italiani. Qui e in giro per il mondo. Tanti cari amici cinesi in Cina e qui.

    Ho scritto di amore in un commento su un articolo di Antonella.

    Ribadisco che l amore è una forza enorme, alimentiamolo, anche nei piccoli gesti invece che alimentare l ego e cerchiamo di fare il meglio con i tempi necessari senza mescolare cavoli e pere.

    Quindi

    1. mah, condivido alcune critiche al post iniziale (insieme ai complimenti artistici a Yang) ma poi ho l’impressione che anche tu faccia un po’ una frittata fra vicende degli anni 70 (a destra invece delle molotov ti mettevano in mano delle pistole, il livello degli scontri era questo, non mi pare un discrimine) e la Meloni oggi. Lei è stata votata (come prima Berlusconi, Renzi, Salvini e 5S) per un desiderio di cambiamento che però si è indirizzato su forze malsane come storia e parecchio inadeguate come capacità (basta vedere la pochezza dei ministri e dei primi provvedimenti).

      L’amore poi certo è una forza enorme ma in questo discorso non ho capito bene cosa c’entrasse.

      Sicuramente l’amicizia dovrebbe salvaguardare legami oltre i confini di qualunque tipo

      1. Davvero Meloni al governo, di fatto votata da una minoranza, dovrebbe spaventarci così tanto? Non sono convinta. Spero invece, come ho già scritto, che si apra adesso una fase nuova che potrà dare i suoi frutti se le forze democratiche si riorganizzeranno davvero con pazienza e in un modo nuovo, lasciando il vecchiume di una certa sinistra alle spalle.
        Xi Jinping e le scelte attuali in Cina sono invece tutta un altra cosa. Per questo non mescolerei.

        1. cara Isabella,

          grazie per entrambi i tuoi commenti. Nei tuoi testi mescoli anche tu diversi temi che meriterebbero di essere approfonditi in adeguata sede. Ne scelgo due e provo a sintetizzare il mio pensiero, rimandando l’approfondimento del discorso vis a vis, magari davanti ad un piatto di puntine di maiale al sichuanese preferito Guishu.

          L’accoppiamento, oddio che immagine, Meloni-Xi Jinping. Sono due persone di potere che ultimamente nello stesso periodo sono state elette entrambi Presidenti. Cariche diverse, potere diverso ma la vicinanza temporale degli accadimenti, 21 ottobre e 23 ottobre, è un fatto. Ovviamente, il secondo è un dittatore ( ed espiro perchè è la seconda volta che pubblicamente lo dico), mentre la prima è “il primo presidente” ( al maschile come piace a lei) – donna della Repubblica italiana basata su una Costituzione ancora non modificata come quella cinese, eletta democraticamente come capo dell’estrema destra italiana.

          E rispetto a queste due posizioni che sulla carta sono ben diverse, appunto perchè come ben dici non sono né l’analista politico né l’esperto sulla Cina, non posso che restituire una mia visione artistica, legittimamente soggettiva e se vuoi, piena di ego, di paure in particolare.. Nel prossimo o lontano futuro non vorrei vedere la Repubblica italiana per cui ho scelto la cittadinanza, rinunciando a quella cinese, perdere nessun diritto costituzionale. E l’elezione della Meloni mi ha spronato a chiamare le cose col loro nome, inanzittutto aprendo un discorso sull’autocensura ed iniziando con due immagini di potere quali ingredienti di una indigesta frittata.

          Il discorso sull’ideologia. Qui apri un capito estremamente interessante che davvero non posso sviluppare in un commento. Posso solo dirti che personalmente il Buddhismo mi offre l’autolavaggio del cervello utile a familiarizzare con la sensazione di non avere nessun nemico, ma la nostra realtà quotidiana è immersa in un livello di manipolazione senza precedenti, in cui è estremamente difficile trovare nella complessità il bandolo della matassa e non finire, né tu né io, vittime di alcuna ideologia.

          Per questo sono fiero di aver praticato l’esercizio della libertà d’espressione e di parola, in questo piccolo spazio virtuale dove noi 9 fondatori ci auspichiamo di poter far confrontare verità tragicamente opposte ma fondate, basandosi su competenze e vissuti diversi, e provare da qui a sviluppare un nuovo discorso, di armonia e di pace, senza toccare nessuna Costituzione ad personam.

          1. Grazie per la risposta chiara e precisa.
            Come già detto ribadisco che dal punto di vista artistico la tua performance mi è piaciuta molto e davvero vorrei tu continuassi a creare tue performance personali perché sei una risorsa originale.
            Che tu riesca in futuro a creare un nuovo prodotto dopo Arlechino sarebbe davvero auspicabile visto che sei un importante punto di riferimento per la comunità sino italiana che ha bisogno di novità per affermare la propria presenza e sopratutto evoluzione.

            La realtà delle nuove generazione, e penso a Xiao Luigi il cui miglior amico è un mussulmano, è così ricca di spunti che aspetta solo chi la riveli al pubblico.

            Non voglio dubitare del fatto che tutte le persone che ti conoscono, a partire da questo gruppo, sarebbero interessate a sostenere un progetto del genere.

            Proprio perché c è questo nuovo governo si ha bisogno di nuovi prodotti, e anche a prescindere, perché il fiume del nuovo comunque scorre, nonostante possano mettere sbarramenti per cercare di frenarlo.
            Questa è la mia personale convinzione e speranza e per questo Meloni NON MI PREOCCUPA COSÌ TANTO.

            Credo, come sempre, nelle nuove generazioni sperando in adulti che le sostengano INVECE DI MANIPOLARLE.

            L‘ acqua non la ferma niente e nessuno.

            Pero‘ ribadisco di nuovo pubblicamente la mia preoccupazione per la tua presa di posizione politica, e continuo a non capire l entusiasmo di alcuni rispetto a questo.

            Noto anche che non tutti ti hanno pienamente sostenuto, anzi hanno ribadito una posizione prudente, vedi Marco Wang . Ma forse io capisco poco.

            Grazie

            Isabella

      2. risposta a effe

        Ciao Effe, chiunque tu sia, Proprio questo intendevo, da persona che azzardo a definirmi ”progressista per lo sviluppo della libertà sincera e dei diritti civili“, pur non appoggiando ovviamente Meloni non riesco a non giudicare altrettanto pericolose molte persone di “sinistra”, conosciute in gioventù e che vedo ancora in giro. Molto poco “DEMOCRATICI”, per come la vedo io.
        Quindi che possano con Meloni chiudere pagina non è forse questo gran male.

        Per forze più nuove e libere speriamo che il FERMI UN GIRO serva per cambiamenti positivi.

        Quindi volevo dire a Yang di non mescolare Meloni e la situazione Italiana con Xi Jinping, Di non fare questa frittata.

        Sullo schierarsi in modo così netto e pubblico di Yang rimango dubbiosa.
        Ed essendo sinceramente coinvolta affettivamente nei suoi confronti direi anche SPAVENTATA.

        Grazie

  2. Grazie Yang! @Isabella Toppao mi sembra tra i post più articolati che io abbia letto ultimamente da parte di un sino-italiano, se me ne sai indicare altri, li leggerò con piacere.

    𝗙𝗿𝗶𝘁𝘁𝗮𝘁𝗮? Mah, non è facile essere iper-lucidi quando ci si mette la faccia, magari si parte firttatina e piano piano si dipana. Personalmente benedico il tentativo. W le frittatine! E beh, per quanto riguarda l’𝗲𝗴𝗼, se non lo mettiamo nell’esprimere un’opinione….che scriviamo, l’opinione dell’Ātman? 🙂 Infine, per quanto riguarda la 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗮, sono sicuro che se vuoi suggerire delle letture a Yang, le divorerà. Così al prossimo post, ti farà più felice.

  3. è un tema difficile quello della autocensura, in qualche caso io la penso come responsabilità. Ho sempre fatto molta attenzione al peso delle mie parole e ho sempre cercato di pensare alle possibili conseguenze di ciò che dico e faccio. Dire che la Cina è questo, piuttosto che l’altro, ha sempre delle conseguenze e molto spesso a pagarle non è Xi Jinping ma persone molto lontane da lui, come possono essere i cinesi in Italia. Vale la pena dire che Xi Jinping è un dittatore, quando questo è detto e ridetto, spesso in modo strumentale? Tu lo fai a modo tuo, cercando di dare anche il contesto e nelle tue performance usi ArleChino servo di due padroni che bene descrive il difficile esercizio dell’equilibrio instabile. E il tuo esempio è illuminante, anche se non è replicabile.

  4. Questo post di Shi Yang Shi è molto importante, non soltanto per le cose che dice, ma per il semplice fatto di averle dette.

    Il cuore della questione non è tanto se Xi Jinping sia o meno un dittatore.

    Che la Cina sia retta da una dittatura lo dice esplicitamente la sua costituzione:

    ´Articolo 1 La Repubblica Popolare Cinese è uno Stato socialista retto da una dittatura democratica popolare, guidato dalla classe operaia e basato sull’alleanza tra operai e contadini. Il sistema socialista è il sistema fondamentale della RPC. La guida del Partito Comunista Cinese è la proprietà essenziale del socialismo con caratteristiche cinesi. Il sabotaggio del sistema socialista è proibito a ogni organizzazione o individuo.

    Che il suo presidente abbia ammassato una quantità di cariche istituzionali senza precedenti sia in seno al Partito che allo Stato è un fatto acclarato. Avendo abolito le minime salvaguardie istituzionali in grado di agevolare la direzione collegiale del Pcc e del governo e di consentire un regolare avvicendamento ai vertici del comitato permanente dell’Ufficio Politico (Politburo) del Comitato Centrale del Pcc, oggi la sua posizione di leader “nucleo” – primus inter inferiores – è sostanzialmente garantita a vita. Il nuovo Politburo è oggi composto esclusivamente da suoi fedelissimi, persone che devono a Xi la propria fortuna e la propria carriera politica. Questa è una concentrazione di potere senza precedenti, superiore perfino a quella di Mao. Come Xi ebbe a rammentare alla nazione nel 2017, in occasione del XIX Congresso, citando una frase pronunciata da Mao durante la Rivoluzione Culturale (nel 1973): 党政军民学、东西南北中,党是领导一切的 “Partito, Stato, Esercito, Popolo e Accademia, in ogni direzione tutto è sottoposto al controllo del Partito”. Se nell’epoca delle riforme (1978-2008) la leadership cinese aveva gradualmente accettato un certo arretramento del PCC dalla sfera della società civile e esplorato la possibilità di una demarcazione più netta della sfera operativa di Partito e Stato, oggi la fusione di questi due elementi è più stretta che mai. Una conseguenza importante di questo processo è la repressione crescente della libertà di espressione ed il ruolo crescente della propaganda ideologica, in Cina e fuori dalla Cina, compreso il mondo della diaspora.

    Parimenti, non sorprende né appare infondata la preoccupazione per l’ascesa al governo in Italia di una forza politica post-fascista in una persona che appartiene sia a una maggioranza visibile – in Italia chi ha tratti somatici cinesi è spesso discriminato, dileggiato o perfino oggetto di molestie e aggressioni – sia a una minoranza, quella omosessuale, che non esibisce necesseriamente marche distintive, ma che è altrettanto oggetto di discriminazione ed emarginazione tanto sul piano giuridico che su quello sociale.

    Quello che invece è dirompente e degno di rispetto in questo post è che queste opinioni vengano espresse pubblicamente da un italiano di origine cinese, da un membro della minoranza sinoitaliana. Per una serie di validissime ragioni, per i sinoitaliani è difficile “dire la propria” liberamente, prendere parola per esprimere un pensiero critico nei confronti della politica in generale, ma in particolare se tale pensiero tocca o ha come bersaglio la politica della RPC.

    Per molti – come ricorda Marco Wong nel suo commento – prevale il desiderio di non fornire munizioni a chi spara contro la Cina ad alzo zero per partito preso, in nome di una sua posizione anti-cinese o perfino sinofoba che può avere i retroterra più diversi. Ma proprio per questo è importante presidiare la libertà di poter esprimere un parere critico a chiare lettere, senza paura e senza “vergogna”. Perché altrimenti la voce dei sinoitaliani su questi temi resta muta o costantemente ripiegata in una posizione apologetica, mentre ogni esplicito dissenso resta appannaggio di frange estreme e di dubbia reputazione come i seguaci della Falun Dafa o i fautori del New Federal State of China promosso da Guo Wengui e Steve Bannon.

    No, non vale certo la pena di denunciare una dittatura solo per farsi freccia nell’arco altrui, ma vale sempre la pena farlo quando si sente che è necessario farlo, affinché anche i sinoitaliani possano discutere apertamente di temi politici senza sentirsi ostaggio della politica o dell’opinione del proprio paese di origine, del timore di poter mettere a rischio i propri cari in Cina, del senso di vergogna che prova chi rischia di essere considerato “anticinese” – quando in realtà si limita a difendere i valori propri della nostra costituzione.

  5. Zhenhua Wen

    caro 石阳, correggimi se sbaglio, ma sento frustrazione e impotenza nella tua voce a sto giro. Come bisogna stare quando si hanno due gambe su due barche? Come sopravvivere alle contraddizioni quando dimorano in noi valori apparentemente contrastanti assorbite in diverse fasi della vita?
    Vedo in giro diversi atteggiamenti..
    1) Rinunciare alla complessita’, scegliere una delle parti rinnegando l’altra. Non e’ la maggioranza ma molti immigrati o diventano patrioti espatriati o aderiscono a ideologie xenofobe locali. Forse dalla violenza autoinflitta scaturisce la tendenza a radicalizzarsi (in un senso o nell’altro).. qui mi fermo perche si sconfina in qualche branca di sociologia di cui non so niente..
    2) Astenersi del tutto da prendere parte. Farsi i cazzi propri, utilizzando gil spazi di liberta economica offerta dalla societa occidentale ma sfruttando anche i contatti con la madrepatria. Far finta di non capire o una comprensione superficiale di politica, modelli sociali e dei scenari geopolitici. Questa mi sembra la soluzione piu in voga nella stragrande maggioranza degli immigrati, funzionera finche non saranno costretti a schierarsi quando scoppiera un conflitto aperto.
    3) La mia soluzione personale (temporanea) che da qualche anno mi ha riportato un po di pace in questo ambito della vita.. ma qui la cosa si fa lunga. Ci starebbe un giorno da chiacchierarci con calma con un buon te’

  6. Direi che contro autocensura è un tema molto importante per noi liuxuesheng, ex-liuxuesheng e giovani intellettuali all’estero. Ma anche è molto importante per noi artisti, lavoratori precari e immigranti. Credo che è anche un elemento potenziale per aver una alleanza tra i gruppi dei cinesi diversi. Ci vuole una politicizzazione e una formazione politica dal basso. Come il performance di Yang, per me nell’arte contemporanea, mi riferisco il progetto “Arte Útil” dell’artista attivista cubana di Tania Bruguera:

    1) Proporre nuovi usi per l’arte all’interno della società
    2) Usare il pensiero artistico per sfidare il campo in cui operiamo
    3) Rispondere alle urgenze attuali
    4) Operare su una scala 1: 1
    5) Sostituire gli autori con gli iniziatori e gli spettatori con gli utenti
    6) Ottenere risultati pratici e benefici per gli utenti
    7) Perseguire la sostenibilità
    8) Ristabilire l’estetica come sistema di trasformazione

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